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Il coraggio di un diciassettenne del centro Italia spinto a prendere quel treno negli anni Cinquanta per scoprire tecniche e bisogni di paesi lontani del Nord Europa.

La sfida dei suoi tre figli, i giovani fratelli Salvatelli, che portano la loro idea sui tavoli della scienza per fare la differenza e rendere la quotidianità della malattia meno alienante. Una visione diversa di gestire il bisogno di normalità per chi non può scegliere in una boutique la scarpa da indossare. Così ha inizio l’avventura di Optima Molliter, azienda leader nelle calzature hi-tech in ambito sanitario e riabilitativo.“Il nostro sogno sin dai primi anni in cui nostro padre, Loredano Salvatelli, ci chiedeva di accompagnarlo nei suoi viaggi di lavoro, era quello di inclusione, di rendere le persone libere di muoversi nella loro quotidianità. Cosa serve a una giovane donna che deve gestire una comune algia senza perdere la sua unicità? Come alleviare la cura della ferita plantare? Come sensibilizzare uno sportivo a gestire il post performance?

Come possiamo garantire shock-absorbing, stabilità, sollievo con una calzatura indossata a casa, a lavoro, ovunque? Questo era il nostro pensiero fisso, il nostro Daruma e credo siamo riusciti a colorare il secondo occhio.” spiega Susanna Salvatelli, Ceo della società dal 2001. E, da quell’anno, la quarta generazione di famiglia colleziona risultati e obiettivi raggiunti. Nascono tutori che riscrivono le linee guida nella gestione delle lesioni dovute alle complicanze del diabete; nel 2015 nasce Yda (www.yda.it) una linea di sneaker dedicata alla prevenzione sviluppata con la combinazione di concept tecnici al pari delle running sportive e concept di alta tecnologia ortopedica applicati ai dispositivi di deambulazione controllata. Yda è stata la sfida di Optima Molliter allo status quo delle calzature tecniche ortopediche.
“La prima cosa che le persone notano di noi è quello che non va del nostro aspetto”, è questo che limita l’accesso alla terapia, alla cosiddetta compliance.
È questo il presupposto che espone le persone a condizioni di rischio. Oggi dalla gestione dei problemi del microcircolo, algie plantari e deficit deambulativi, fino alla prevenzione delle lesioni nei soggetti più fragili, Yda è il brand delle trendy sneaker di benessere consapevole. Una fusione di tecnologia e contemporary design. Il connubio tra engineering innovation e smart technology è la matrice che Optima Molliter applica per lo sviluppo dei dispositivi di cura e gestione di trauma e lesione. Nel 2019 Optima Molliter ottiEne la Word honoree come Wearable Technology al Ces (Consumer Electronics Show) di Las Vegas.
Nel 2020 la vision mondiale e aziendale sono al sincrono: il benessere diffuso per chiunque ne senta il bisogno è la priorità. Come? Orientamento al marketing, diversificazione del prodotto e price, un customer care dedicato all’ascolto del comparto sanitario e della persona insieme ad un ufficio comunicazione interno atipici nel settore – per comprendere i bisogni e divulgare la cultura e la conoscenza delle buone pratiche di vita. “Oggi le nostre calzature, i nostri tutori alleviano la quotidianità di molte persone. Le stesse che poi scrivono messaggi di conferma al nostro team che ha come priorità l’empatia, la sublimazione della diversità del singolo, centro del nostro mondo”, spiega la CEO Susanna Salvatelli.
Distribuita in 47 nazioni in tutto il mondo, la Optima Molliter conta in Italia oltre 2.700 ortopedie e sanitarie in qualità di rivenditori autorizzati dei propri prodotti. Dal 2021 la società inizia una completa riorganizzazione del modello aziendale. Viene intensificata l’attività di ricerca & sviluppo e la collaborazione con istituti di ricerca nazionali e internazionali. Il conseguimento del brevetto sul primo tutore sensorizzato “Motus Smart”, in grado di monitorare la compliance del paziente alla terapia, si somma a una rosa di progetti realizzati negli ultimi anni dedicati alla cura e al benessere della persona, spesso compartecipati da cordate imprenditoriali multisettoriali.
Sono nati sui tavoli di lavoro della Optima Molliter, progetti dedicati alla prevenzione e gestione sensorizzata delle lesioni da decubito negli allettati e nei soggetti in sedia a rotelle. Dispositivi oggi brevettati, in grado di intervenire con decompressione mirata, nei punti di sviluppo anche solo potenziale, delle lesioni da pressione, capaci di migliorare la qualità e le aspettative di vita, di milioni di persone nel mondo”, spiega ancora, Susanna Salvatelli.
Oggi l’asset di ricerca & sviluppo – aperto a joint-venture internazionali purché allineate alla zattera di valori della Optima Molliter – è l’elemento chiave che consente la realizzazione di nuovi prodotti/progetti con leadtime massimi di 24 mesi. Nel triennio 2021-2023 il capitale Hr ha un aumento dell’87%, composto in prevalenza da donne, con spiccate competenze multitasking e over 40, mentre dal 2024 si punta alle smart skill, al know-how multidisciplinare e a junior level con unico presupposto: la personale attitudine a progettualità, etica e metodo.
Nello stesso lasso temporale, a seguito della riorganizzazione societaria sotto la guida di Susanna Salvatelli il turnover del core market domestico ha registrato un incremento del 23% superando i valori pre-pandemia. Il mercato estero, che oggi rappresenta il 47% del turnover, ha come obiettivo lo sviluppo globale con nel prossimo triennio il consolidamento, la riqualificazione e l’efficientamento di rapporti di distribuzione con partner top level in tutta Europa, mentre in America e Middle East si registrano forti interazioni con partner consolidati e nuovi, con accesso a importanti tender di settore.
Una realtà imprenditoriale atipica nel mondo dei dispositivi medici, caratterizzata dal radicamento nel territorio italiano e dall’ascolto diretto dei bisogni della persona. In questo contesto, un team di tecnici esperti nella messa a punto di dispositivi medici industriali di gestione delle più severe lesioni del piede lavora per mettere a disposizione del mercato internazionale, soluzioni di benessere consapevole, in grado di limitare le condizioni di rischio e ridurre l’accesso alla terapia.