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Pierre Bayle

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Pierre Bayle

Pierre Bayle (1647 – 1706), filosofo, scrittore ed enciclopedista francese.

Citazioni di Pierre Bayle

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Dizionario storico-critico

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  • Giordano Bruno, nativo di Nola, nel Regno di Napoli, era uomo di grande spirito, ma impiegò male la sua intelligenza: perché non solamente attaccò la filosofia di Aristotele in un momento in cui non lo poteva fare senza sollevare mille agitazioni e senza esporsi a mille persecuzioni; ma attaccò anche le verità più importanti della fede. (Bruno[2])
  • [Gregorio da Rimini] Fu uno dei più sottili scolastici del XIV secolo e per questa particolare tendenza del suo intelletto fu più incline al nominalismo che non al realismo. [...] Oltre che per il suo sapere e la vivacità del suo spirito, fu famoso anche per la santità della sua vita [...]. (Gregorio da Rimini; 1976, p. 127)
  • Rorario [...] ha scritto un'opera che merita di essere letta. In essa tenta di dimostrare non soltanto che le bestie sono animali razionali, ma anche che si servono della ragione meglio dell'uomo. [...] Il libro in questione non è scritto male e contiene un gran numero di fatti singolari sulla industriosità delle bestie e sulla malizia degli uomini. (Rorario; 1976, p. 145)
  • L'anima delle bestie non ha peccato, e tuttavia essa è soggetta al dolore e alla miseria, sottoposta a tutti i desideri sregolati della creatura che ha peccato. In che modo trattiamo le bestie? Le facciamo sbranare fra di loro per procurarci piacere, le scanniamo per nutrirci; frughiamo nelle loro viscere, quando sono ancora in vita, per soddisfare la nostra curiosità, e facciamo tutto questo grazie al dominio che Dio ci ha dato su di esse. Che confusione! La creatura innocente è sottoposta a tutti i capricci della creatura colpevole! (Rorario; 1976, p. 155)
  • Molti seguaci di Descartes non hanno dato molta importanza a questa questione, dissentendo dal maestro per quanto riguarda la teoria degli automi. Craanen [...] fu un grande sostenitore di Descartes, al punto che ebbe a subire delle persecuzioni per questa ragione, e, cosa ancora più straordinaria, al punto di difenderne le affermazioni a proposito della ghiandola pineale; tuttavia si faceva beffe di quanti sostenevano che le bestie non sentono. (Rorario; 1976, p. 157)
  • Possiamo dunque mettere Arnobio nel numero di coloro che hanno sostenuto la razionalità dell'anima delle bestie. È senza dubbio da lui che Lattanzio aveva imparato a non stabilire alcuna altra differenza fra le bestie e l'uomo, se non quella del culto di Dio. (Rorario; 1976, p. 162)
  • Nulla è più divertente del vedere con quale sicumera gli scolastici vogliono imporre dei limiti alla conoscenza delle bestie. Secondo loro le bestie conoscono soltanto gli oggetti singoli e materiali e ricercano esclusivamente l'utile e il piacevole; non sanno riflettere sui loro sentimenti e sui loro desideri né trarre conclusioni da una cosa a un'altra. Si direbbe che essi abbiano frugato nelle facoltà e negli atti dell'anima delle bestie con miglior successo di quanto non abbiano fatto i più esperti anatomisti nelle viscere dei cani. La loro temerità è tanto grande, che se anche per caso avessero trovato la verità, sarebbero indegni di lode e persino di giustificazione. (Rorario; 1976, pp. 167-168)
  • [...] sembra che Dio, che ne è il distributore, agisca nei confronti di tutte le scuole filosofiche come un buon padre comune, perché non permette che una possa trionfare completamente sulle altre distruggendole senza rimedio. Una posizione filosofica messa con le spalle al muro, sconfitta, stremata, trova sempre i mezzi per risollevarsi, quando, abbandonando la difensiva, passa all'attacco con diversioni e ritorsioni. Il combattimento fra le varie scuole filosofiche si sviluppa sempre come la lotta che per un po' di tempo vi fu fra Greci e Troiani la notte della presa di Troia: volta a volta si vincono vicendevolmente, a seconda che riescono a passare dalla difesa all'attacco. (Rorario; 1976, pp. 180-181)
  • [...] le zampe del pavone: la loro bruttezza mortifica la vanità che lo splendore del piumaggio aveva fatto nascere. (Rorario; 1976, p. 181)
  • Cominciamo con l'indicare gli autori che attribuiscono alle bestie un'anima razionale. Nessuno — credo — ha avuto in proposito idee tanto radicali quanto il filosofo Celso, il quale, volendo combattere l'opinione dei cristiani, per i quali tutte le cose sono state fatte per l'uomo, si sforza di mostrare che le bestie non sono meno eccellenti dell'uomo e che addirittura lo superano. (Rorario; 1976, pp. 192-193)
  • Ciò che maggiormente riduce a mal partito i cartesiani, non è dire che le bestie si muovono prontamente in mille modi diversi, ma sostenere che esse danno numerosi segni di amicizia, di odio, di gelosia, di timore, di dolore eccetera. (Rorario; 1976, p. 201)
  • [...] l'esattezza delle citazioni. È una virtù più rara di quel che si pensi. (Sanchez[3])
L'esattezza delle citazioni è una virtù assai più rara che non si pensi.[4]
  • [Sennert] La libertà e il coraggio con cui contraddisse gli antichi gli suscitarono contro numerosi avversari; ma nulla ebbe così cattiva accoglienza, quanto l'opinione da lui avanzata sull'origine delle anime. Credeva che la semenza di tutti gli esseri viventi fosse animata e che l'anima di questa semenza fosse la causa della loro organizzazione. Su di lui grava l'accusa di blasfemia e di empietà, per aver sostenuto la tesi che l'anima delle bestie non è materiale. Si affermava infatti che ciò equivaleva a sostenere che essa era immortale come l'anima dell'uomo. Egli negò di trarre una simile conseguenza, non osando affermare, come invece fanno altri, che l'anima delle bestie sussiste dopo la morte dell'individuo che essa ha reso vivente. (Sennert; 1976, pp. 217-218)
  • [Menasseh Ben Israel] [...] il più sagace rabbino fiorito nel XVII secolo. (Sennert; 1976, p. 232)
  • Le medaglie e le monete che i sovrani fanno coniare possono fornirci un esempio di come questo medico [Sennert] concepiva l'azione di Dio. Si fanno coniare le medaglie perché durino eternamente, si fanno invece battere le monete, perché durino fino a nuovo ordine; infatti al termine di un certo periodo di tempo la moneta viene svalutata, alterata e convertita in altre specie. Ciò nonostante le medaglie e le monete sono fatte con lo stesso metallo. Secondo Sennert l'anima dell'uomo corrisponde alle medaglie, quella delle bestie alle monete. (Sennert; 1976, p. 234)
  • [Spinoza] Fu un ateo di sistema e adottò un metodo completamente nuovo, anche se i fondamenti della sua dottrina sono comuni con quelli delle dottrine di molti altri filosofi antichi e moderni, europei e orientali. (Spinoza; 1991, p. 355)
  • [Spinoza] Dotato di mentalità matematica e disposto ad accogliere su ogni argomento ciò che gli dettava la ragione, comprese ben presto che la dottrina dei rabbini non era fatta per lui; fu quindi facile accorgersi che non approvava molti punti dell'ebraismo; era un uomo che non amava la costrizione della coscienza e che odiava la dissimulazione: fu questa la ragione. (Spinoza; 1991, pp. 355-356)
  • [...] il sistema apparso poi nelle sue Opera posthuma [...] è l'ipotesi più mostruosa che si possa immaginare, la più assurda e la più diametralmente opposta alle nozioni più evidenti dello spirito nostro. (Spinoza; 1958, p. 15)
  • Secondo l'opinione comune si chiamano spinozisti coloro che non seguono alcuna religione e che d'altronde non si preoccupano molto di nasconderlo. (Spinoza; 1958, p. 17)
  • Non v'è meno spirito né meno inventiva nel citare in modo appropriato un pensiero trovato in un libro che nell'essere il primo autore di quel pensiero.[5]

Citazioni su Pierre Bayle

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  • Nel suo celebre Dizionario storico e critico, come fa notare Voltaire, egli non inserì una sola linea che attaccasse apertamente il cristianesimo; in compenso, non scrisse una sola linea che non avesse lo scopo di svegliare dubbi. Quando la ragione e la rivelazione si trovavano in disaccordo, egli pareva dichiararsi in favore della seconda, ma la frase era foggiata in modo da lasciare al lettore l'impressione opposta. (Friedrich-Albert Lange)
  • Se Bayle, che credeva alla possibilità di uno Stato ateo, avesse avuto, diceva Voltaire, cinque o seicento contadini da governare, avrebbe ben presto fatto predicare l'idea di una giustizia divina. (Friedrich-Albert Lange)

Note

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  1. Le pour et le contre se trouvent en chaque nation. (da Pensées diverses sur la comète, a cura di A. Prat, 1939)
  2. Citato in Immagini di Giordano Bruno 1600-1725, Procaccini, Napoli, 1996.
  3. Parmi tous ces grands éloges il n'y en a guère qui lui fasse plus d'honneur que celui qui se rapporte à l'exactitude de citer. C'est un talent beaucoup plus rare que l'on ne pense. (da Dictionnaire historique et critique, tomo XIII, Desoer Libraire, Parigi, 1820, p. 78)
  4. Citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 2.
  5. Citato in Gianfranco Ravasi, Breviario laico, Mondadori, Milano, 2010, p. 4.

Bibliografia

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  • Pierre Bayle, Dizionario storico-critico, volume primo, a cura di Gianfranco Cantelli, Laterza, Bari, 1976.
  • Pierre Bayle, Dizionario storico-critico, a cura di Gianfranco Cantelli, Lampi di stampa, Milano, 1999. ISBN 978-88-488-0067-9
  • Pierre Bayle, Dizionario storico e critico: Spinoza, traduzione di Piero Bertolucci, Boringhieri, Torino, 1958.

Altri progetti

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